Gli errori più frequenti che un genitore commette quando accompagna i propri figli dal dentista
Ho paura del dentista. Cosa devo fare per non trasmettere le mie fobie ai miei figli?
Spesso i genitori, inconsciamente, trasmettono una visione negativa ai propri figli riguardo la visita dal dentista. Avere paura del dentista non è una colpa, anzi, è un sentimento comune. Chiunque pratichi questa professione si è sentito dire almeno un centinaio di volte piuttosto di andare dal dentista preferirei… completando la frase nei modi più grotteschi. I bambini che vanno dal dentista per la prima volta, dietro un’apparente agitazione, in verità celano un’innata curiosità verso un mondo nuovo e fino a quel momento sconosciuto. Il genitore dunque non deve condizionare questa sensazione.
Posso entrare nello studio durante i trattamenti?
Generalmente si consiglia al genitore di presenziare durante la prima visita.
In tal modo, è in grado di conoscere il professionista che prende in cura il figlio/a e instaurare un rapporto di fiducia verso lo specialista. Inoltre, durante la prima visita, viene spiegato al genitore il piano di cura necessario e le eventuali correzioni da apportare a livello di igiene orale e alimentazione.
Nel caso fossero necessarie cure dentali, è preferibile che il paziente entri da solo e che il genitore aspetti in sala d’attesa.
Ho avuto esperienze negative dal dentista quando ero bambina. Come posso fidarmi?
Molti genitori, ma in generale la maggior parte dei pazienti, riferisce di aver avuto esperienze poco piacevoli dal dentista quando erano piccoli e che da quel momento l’odontoiatra è visto sempre con ansia e agitazione.
Come in tutte le cose, i traumi infantili vengono portati dietro per tutta la vita. C’è chi avrà per sempre paura dei cani perché è stato morso, magari anche in maniera affettuosa, quando era bambino e chi teme il dentista perché decadi addietro gli era stata curata una carie senza anestesia.
Va sottolineato che per fortuna l’odontoiatria è in costante evoluzione e sono stati introdotti nuovi materiali e nuove tecniche con la finalità di aumentare il confort del paziente durante il trattamento. Possiamo quasi dire che ormai sia diventato piacevole andare dal dentista!
L’anestesia fa male? Mio figlio sentirà dolore?
Come sottolineato precedentemente, sono stati introdotti nuovi materiali e procedure che distraggono il paziente durante l’anestesia e che rendono impercettibile la somministrazione dell’anestetico. Spesso si associa il momento dell’anestesia con quello del prelievo del sangue, perché il comune denominatore è pur sempre l’ago. In realtà, grazie alle nuove tecnologie, il momento dell’anestesia risulta essere completamente indolore.
Che termini o che espressioni devo evitare di usare?
Se non fai il bravo ti porto dal dentista, oppure andiamo dal dentista che ti fa la puntura. Queste sono due delle frasi che più possono determinare in modo negativo la percezione che hanno i bambini del dentista. La visita odontoiatrica non deve essere vista come una punizione, tutto il contrario. Il bambino deve capire che il dentista, così come gli altri dottori, sono figure che lo aiutano a risolvere determinate problematiche.
Usare termini forti, come puntura o trapano, possono creare un’inutile agitazione nel bambino, che sviluppa uno stato di paura verso strumenti che, usati in buone mani, sono totalmente innocui.
Che comportamenti devo adottare per prevenire problemi ai denti di mio figlio?
La prevenzione è il primo strumento di cura. Un’adeguata igiene dentale domiciliare, i controlli periodici dal dentista e un’attenta alimentazione sono imprescindibili per la salute orale.
Quando devo eseguire la prima visita dal dentista?
È consigliabile eseguire la prima visita quando appare il primo dente da latte, intorno ai 6-7 mesi. A partire da quel momento andrebbero fatti controlli periodici dal dentista in modo da rilevare eventuali problematiche in modo precoce.
Mio figlio si comporta meglio se sono presente nello studio. Così accade quando lo porto dall’oculista o dal medico per il certificato sportivo.
Il dentista è purtroppo (o per fortuna) una realtà a sé stante. Il fatto di dover osservare e analizzare il cavo orale può inconsciamente essere percepito dal paziente come un’intrusione nella propria intimità. È necessario che si instauri fin da subito un rapporto di reciproca fiducia tra dentista e paziente. Per questo motivo è preferibile che i genitori aspettino in sala d’attesa. La loro presenza all’interno dello studio dentistico puó essere vista dal bambino come ancora di salvezza dalla visita dentistica, portando a un comportamento non collaborante.
È sbagliato sgridare il proprio figlio se piange in sala d’attesa perché non vuole entrare?
Non c’è una risposta categorica a questa domanda. Le lacrime non sempre sono associate a un capriccio. Spesso possono derivare da un forte stato di agitazione. Sarà dunque compito dell’odontoiatra quello di calmare il piccolo paziente e metterlo a proprio agio. A volte basta anche un semplice gesto per cambiare in positivo lo stato d’animo del bambino.
Autore
Dott. Federico Alcide villani
Il Dott. Federico Villani si è laureato con lode in Odontoiatria e Protesi dentaria presso l’Università Europea di Valencia (Spagna) nel 2017. Dopo aver conseguito il Master in Odontoiatria Ospedaliera presso l’ Universitat de Valencia nel 2018, è attualmente iscritto al Master di I livello in “Salute orale nelle comunità svantaggiate e nei paesi a basso reddito” presso l’Università di Torino.
Svolge l’attività di odontoiatra libero professionista presso l’Ospedale San Isidoro di Trescore Balneario, l’Istituto Stomatologico di Milano e cliniche private. Si occupa prevalentemente di pedodonzia. E’ autore di articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali.